Pietro Guru

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 Sesso:  Età: 63 Registrato: 25/05/22 15:18 Messaggi: 222
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Una volta decisa l’installazione dei pannelli solari occorre valutare quanto spazio è necessario per l’auto-produzione di energia. Una famiglia tende a consumare circa 3mila kwh all’anno che possono essere prodotti da pannelli collocati su 25 metri quadri di superficie di un tradizionale tetto inclinato. Le dimensioni del pannello fotovoltaico e, di conseguenza, il numero di pannelli necessario a coprire la superficie richiesta, varia a seconda dei modelli, delle marche, della tipologia e della potenza del pannello fotovoltaico. Indicativamente il ventaglio delle possibilità oscilla, comunque, tra i 120-170 cm. di altezza, i 60-100 cm. di larghezza e i 0,6-5 cm. di spessore.
Le diverse tecnologie: quali tipi di impianti fotovoltaici conosciamo?
Non tutti i pannelli fotovoltaici sfruttano la medesima tecnologia. Attualmente è infatti possibile trovare sul mercato il pannello monocristallino, il pannello policristallino e i pannelli fotovoltaici amorfi, oltre a pannelli fotovoltaici di ultima generazione. Il pannello monocristallino, più efficiente e meno ingombrante del policristallino, è costituito da celle in silicio puro mentre le celle del pannello policristallino sono formate dalla rifusione di schede elettroniche e scarti di silicio.
I pannelli fotovoltaici amorfi sono più economici dei precedenti e, pur avendo rendimenti leggermente più bassi, costituiscono un’eccellente soluzione per chi desidera sfruttare i vantaggi del fotovoltaico contenendo i costi. Da prendere in considerazione anche i CIS, pannelli fotovoltaici di ultima generazione che sfruttano una tecnologia d’avanguardia e sono composti da selenio e rame indio. Hanno un’efficienza superiore a quella dei moduli in silicio cristallino e garantiscono un buon livello di produttività anche in situazioni di parziale ombreggiamento.
Fotovoltaici con o senza accumulo: le differenze
Quando parliamo di energia pulita derivante dal sole, dobbiamo sapere che esistono delle differenze tra impianto fotovoltaico senza accumulo e con accumulo.
L’impianto senza accumulo è la tecnologia più classica, per cui dai raggi solari si ricava l’energia che utilizziamo nell’immediato. Ha una struttura più semplice perché non necessita di batterie e centraline per il controllo dell’energia. Gli impianti fotovoltaici senza accumulo sono più economici e la loro installazione costa in media il 30% in meno di quella degli impianti con accumulo. Il limite di questo tipo di impianto è quello di rendere l’abitazione totalmente dipendente dal sole (se piove, infatti, non possiamo avere energia elettrica), tanto che spesso un fotovoltaico senza accumulo integra il consumo di energia, ma non sostituisce i tradizionali metodi di approvvigionamento.
Se parliamo invece di impianto fotovoltaico con accumulo, abbiamo un impianto che si autoalimenta sempre. In questo caso, infatti, l’impianto è collegato ad una batteria che ha la funzione di immagazzinare l’energia prodotta, per creare una riserva in grado di attingere ad essa in ogni momento. A differenza degli impianti senza accumulo che devono essere collegati alla reta nazionale per avere elettricità anche nei giorni con poca luce o nelle ore serali, gli impianti con accumulo, invece, possono decidere se restare collegati alla rete elettrica o no. Quelli che decidono di staccarsi completamente dalla rete, sono gli impianti fotovoltaici con accumulo stand alone che garantiscono energia elettrica anche in caso di blackout e offrono un risparmio immediato sulla bolletta. Di contro, però, se l’impianto non funzionasse più a causa di un guasto, oppure se finisse l’energia immagazzinata nelle batterie, non ci sarebbe la possibilità di collegarsi alla rete elettrica, con la conseguenza che l’edificio resterebbe senza corrente fino alla risoluzione del problema.
Fotovoltaico e le nuove realtà
Negli ultimi anni si stanno rivelando un buon investimento le finestre fotovoltaiche, costruite con vetri fotovoltaici, sono in grado di assorbire i raggi solari per generare energia elettrica, necessaria a soddisfare il fabbisogno di un’unità abitativa o aziendale. Esteticamente non c’è nessuna differenza con gli infissi tradizionali e l’impatto visivo è pari a zero, perché sono costruite con un gel trasparente contenente silicio amorfo che viene applicato in due modi: o sulla superficie del singolo vetro, oppure inserito nell’intercapedine di una vetrocamera. Il risultato nel rendimento energetico è differente: utilizzando il gel con silicio amorfo sulla superficie del vetro, si ha una produzione elettrica fino a 100 watt per metro quadro. Inserendolo, invece, nell’intercapedine del singolo vetro si ha una produzione molto più alta: 300 watt per metro quadro. In sostanza i vetri fotovoltaici sono dispositivi capaci di migliorare l’efficienza energetica di un edificio, armonizzandosi perfettamente nella sua struttura architettonica.
Un’altra innovativa tipologia di fotovoltaico è lo Smartflower, l’impianto fotovoltaico a forma di fiore di ultima generazione, nato ispirandosi all’ingegno e alla creatività della Natura. L’impianto è alto circa 5 metri e i pannelli sembrano petali di un fiore, che girando, inseguono il sole durante tutto l’arco della giornata, come un girasole. Il meccanismo di funzionamento permette così ai pannelli dello Smartflower di produrre circa il 40% in più rispetto ai pannelli solari di tipo tradizionale. Grazie a questo sistema, si può piantare un “fiore” in qualsiasi giardino e, in caso di cambio di abitazione, trasferirlo dove si vuole. Inoltre, al tramonto, le celle fotovoltaiche a petalo si piegano e danno il via a un processo di autopulizia. Questi impianti fotovoltaici hanno 12 petali ciascuno, per un’estensione di 9 metri quadrati e producono 2,5 kW di elettricità.
Fonte:https://www.wekiwi.it |
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